Ciao a tutti!
Spero stiate bene e spero che l'aria di questa primavera vi stia facendo bene e vi stia rilassando (a me sta tenendo a mente che l'esame di quinta superiore si avvicina sempre di più, ma shhh).
Come promesso, eccomi con la nuova recensione a questo libro finito di leggere giusto ieri u.u
Spero di mettervi la pulce nell'orecchio e di invitarvi a leggerlo, in fondo sono soltanto 213 pagine che si leggono in un soffio ;). Ma forse è meglio se adesso parto con la recensione, altrimenti qui in cima non finisco più come mio solito, ahahah ;D.
Titolo: Sarò io la tua Fortuna
Autore: Loredana Frescura, Marco Tomatis
Editore: Giunti Editore
Prezzo: €10,00
Trama: 1916. Rigo ha quattordici anni, non ha mai conosciuto il padre e dalla morte della madre vive con gli zii. Quando una bomba caduta sulla casa lo lascia unico superstite, diventa "tuttofare" nelle retrovie, lavorando per l'ospedale militare, a contatto con l'orrore, le speranze e le disillusioni dei giovani combattenti che incontra. Sa leggere e scrivere, così diventa anche la persona a cui i soldati si affidano per far arrivare le loro notizie a casa. Sono lettere di fiducia, di amore e talvolta di addio, che lo fanno crescere in poco tempo. Quando conosce Fortuna, una sua coetanea, per Rigo è come intravedere un raggio di sole in tutto quel buio. Nel loro bisogno di vita e amore, i due ragazzi sono come superstiti in mezzo a un mondo dilaniato e freddo, e così cominciano un'amicizia profonda, che piano piano fa loro scoprire un sentimento nuovo: l'amore.
Recensione: Sono pochi i libri che ho letto riguardanti le due Guerre Mondiali, pochissimi centrati sulla Prima. Sarò io la tua Fortuna è proprio uno di questi pochi, una perla in questa parte di letteratura di cui probabilmente dovrei interessarmi un po' di più, e non solo come studentessa. Credo che, almeno una volta nella vita, ogni persona debba leggere ciò che è successo sui campi di battaglia, che sia una storia realmente accaduta o con personaggi di fantasia.
Con il loro stile semplice e per niente pesante, questi due autori sono riusciti a confermarmi che, ogni volta che lavorano insieme, fanno nascere dei gioielli (a parte il loro penultimo libro che, rispetto agli altri, non mi è piaciuto poi moltissimo :/). Sono riusciti a trasportarmi accanto a Rigo, al suo mondo, alle sue avventure, ai suoi pensieri, alle sue emozioni, al suo modo semplice di giovane uomo di vedere le cose.
Perché Rigo cresce in fretta, sul campo di guerra, in mezzo ai feriti, ai moribondi, alla violenza e alla brutalità dell'uomo. Cresce, e a volte mi è sembrato che cercasse di evadere da quella crescita forzata, non voluta. Forse è anche per questo che, una sera, si avvicina a Fortuna, sua coetanea, probabilmente spinto dalla sua ricerca verso quell'affetto che gli è stato strappato senza che lui potesse impedirlo.
E ciò che si instaura dal loro incontro, quel dolce rapporto che pian piano cambia e diventa qualcosa di più (qualcosa a cui i due ragazzi si ancorano per non affondare ulteriormente), è l'unica luce dentro al buio della guerra; un buoi che nessuno sa affrontare quando è nel pieno delle sue ore più cupe.
L'amore tra Rigo e Fortuna è l'amore che nasce senza troppe pretese, senza aspettarsi niente di grande. E' un amore che rispecchia la semplicità che i due ragazzi hanno perso a causa della guerra, che ha tolto loro pure la possibilità di crescere in pace e tranquillità, di assaporare le piccole gioie della vita; una guerra che ha distrutto quel poco che avevano e che per entrambi valeva più di tutto il resto.
E poi, quasi come per magia, quell'amore che li lega diventa la loro stessa salvezza, portandoli in posti dove gli effetti della guerra si sentono meno in profondità rispetto al fronte. Rigo e Fortuna si sono conosciuti proprio al fronte, in un posto a cui nessuno dei due vuole più fare ritorno. Un posto di cui l'alta società non si preoccupa minimamente. E questo i due ragazzi non riescono ad accettarlo, appena entrano in contatto con il mondo delle grandi città, colpite dalla guerra in modo diverso.
E l'inferno della guerra è ciò che Rigo e Fortuna si portano dietro. Un inferno che investe anche il lettore e gli fa vedere cosa succedeva davvero a quel tempo, che gli mostra uomini forzati a combattere contro il freddo, la fame, la rabbia, la paura, contro i loro stessi simili. Un inferno che sembra quasi non avere fine; un inferno che distrugge quel poco di luce in cui in bambini sono gli unici che continuano a sperare.
Eppure, a volte neppure i bambini restano immuni dal buio, neppure i piccoli sono risparmiati dal dolore, dalla paura, dalla perdita, dai sogni andati in frantumi. Perché la guerra spazza via tutto, in ogni modo, usando quanta più violenza possibile, come a voler dimostrare che l'uomo non è e non sarà mai in grado di vivere in tranquillità con i suoi simili.
La guerra porta distruzione. Eppure, proprio nella distruzione Rigo e Fortuna trovano ciò di cui hanno davvero bisogno; trovano l'amore nel dolore. Ed un regalo migliore sanno che non potrebbero mai riceverlo.
Non credo di essere in grado di spiegare a sufficienza cosa mi abbia lasciato questo breve romanzo. L'ho letto in così poco tempo da quanto mi aveva presa che adesso non so davvero cosa pensare. Perché credo sia impossibile anche solo riuscire ad immaginarsi come fosse il mondo a quell'epoca. Sento ancora i brividi addosso se ripenso a quelle pagine di questo libro che va direttamente tra i miei preferiti (che sono davvero tanti).
Con il cuore un po' straziato, vi saluto qui, dandovi appuntamento alla prossima recensione. A presto tesori miei; spero di avervi invogliato a dare un'occhiata a questa perla di romanzo :3.
Un bacione, Letizia <3
Con il loro stile semplice e per niente pesante, questi due autori sono riusciti a confermarmi che, ogni volta che lavorano insieme, fanno nascere dei gioielli (a parte il loro penultimo libro che, rispetto agli altri, non mi è piaciuto poi moltissimo :/). Sono riusciti a trasportarmi accanto a Rigo, al suo mondo, alle sue avventure, ai suoi pensieri, alle sue emozioni, al suo modo semplice di giovane uomo di vedere le cose.
Perché Rigo cresce in fretta, sul campo di guerra, in mezzo ai feriti, ai moribondi, alla violenza e alla brutalità dell'uomo. Cresce, e a volte mi è sembrato che cercasse di evadere da quella crescita forzata, non voluta. Forse è anche per questo che, una sera, si avvicina a Fortuna, sua coetanea, probabilmente spinto dalla sua ricerca verso quell'affetto che gli è stato strappato senza che lui potesse impedirlo.
E ciò che si instaura dal loro incontro, quel dolce rapporto che pian piano cambia e diventa qualcosa di più (qualcosa a cui i due ragazzi si ancorano per non affondare ulteriormente), è l'unica luce dentro al buio della guerra; un buoi che nessuno sa affrontare quando è nel pieno delle sue ore più cupe.
Le sfioro le labbra con le mie. Piano, non voglio svegliarla. Voglio solo amarla. Per sempre. Voglio proteggerla, per sempre.
(p. 137)
L'amore tra Rigo e Fortuna è l'amore che nasce senza troppe pretese, senza aspettarsi niente di grande. E' un amore che rispecchia la semplicità che i due ragazzi hanno perso a causa della guerra, che ha tolto loro pure la possibilità di crescere in pace e tranquillità, di assaporare le piccole gioie della vita; una guerra che ha distrutto quel poco che avevano e che per entrambi valeva più di tutto il resto.
E poi, quasi come per magia, quell'amore che li lega diventa la loro stessa salvezza, portandoli in posti dove gli effetti della guerra si sentono meno in profondità rispetto al fronte. Rigo e Fortuna si sono conosciuti proprio al fronte, in un posto a cui nessuno dei due vuole più fare ritorno. Un posto di cui l'alta società non si preoccupa minimamente. E questo i due ragazzi non riescono ad accettarlo, appena entrano in contatto con il mondo delle grandi città, colpite dalla guerra in modo diverso.
Mio Dio. Non ci capisco nulla. Feste, balli, violini, luci. Ma chi ci va conosce qualcosa di noi e del nostro inferno?
(p. 155)
E l'inferno della guerra è ciò che Rigo e Fortuna si portano dietro. Un inferno che investe anche il lettore e gli fa vedere cosa succedeva davvero a quel tempo, che gli mostra uomini forzati a combattere contro il freddo, la fame, la rabbia, la paura, contro i loro stessi simili. Un inferno che sembra quasi non avere fine; un inferno che distrugge quel poco di luce in cui in bambini sono gli unici che continuano a sperare.
Eppure, a volte neppure i bambini restano immuni dal buio, neppure i piccoli sono risparmiati dal dolore, dalla paura, dalla perdita, dai sogni andati in frantumi. Perché la guerra spazza via tutto, in ogni modo, usando quanta più violenza possibile, come a voler dimostrare che l'uomo non è e non sarà mai in grado di vivere in tranquillità con i suoi simili.
La guerra porta distruzione. Eppure, proprio nella distruzione Rigo e Fortuna trovano ciò di cui hanno davvero bisogno; trovano l'amore nel dolore. Ed un regalo migliore sanno che non potrebbero mai riceverlo.
Io ti amo Fortuna. Per te ci vorrebbero mille F con brillanti, con il sole di diamante, con la luna di giada. Per te io davvero morirei.
(p. 170)
Non credo di essere in grado di spiegare a sufficienza cosa mi abbia lasciato questo breve romanzo. L'ho letto in così poco tempo da quanto mi aveva presa che adesso non so davvero cosa pensare. Perché credo sia impossibile anche solo riuscire ad immaginarsi come fosse il mondo a quell'epoca. Sento ancora i brividi addosso se ripenso a quelle pagine di questo libro che va direttamente tra i miei preferiti (che sono davvero tanti).
Con il cuore un po' straziato, vi saluto qui, dandovi appuntamento alla prossima recensione. A presto tesori miei; spero di avervi invogliato a dare un'occhiata a questa perla di romanzo :3.
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