venerdì 13 gennaio 2017

Recensione film "Equals"

Ciao a tutti! <3
Come promesso ieri nella recensione del film Collateral beauty (che trovate QUI), oggi sono qui a parlarvi di un altro film, visto due sere fa. Un film che... E' entrato nella lista dei miei preferiti. Ve lo dico a cuore aperto: io ADORO guardare film e, nei miei quasi vent'anni, nei ho visti davvero tanti. Solo che, di questi tanti, pochi (in numero relativo, ahahah :), dato che ne ho visti circa cinquecento - non sto scherzando: anni fa mi sono messa a contarli) rientrano nella lista di quelli che non potrei mai stancarmi di guardare. Bene, Equals è uno di quelli. E vi prego di credermi se dico che merita TUTTO (soprattutto, meriterebbe di essere più conosciuto *^*). Adesso, però, è meglio se inizio la recensione, perché altrimenti so che andrei avanti ancora per un bel pezzo a fangirlare e basta senza arrivare al dunque ;D.


Titolo: Equals
Titolo originale: Equals
Regia: Drake Doremus
Anno: 2015 (America), 2016 (Italia)
Durata: 101 min
Genere: Fantascienza, semi-distopico, sentimentale, drammatico

Trama: In una società chiamata "Collettive" (o "Collettivo") vivono gli Equals: esseri umani incapaci di provare sentimenti, una caratteristica ottenuta attraverso esperimenti genetici al fine di realizzare una società stabile e non violenta per creare un equilibrio di convivenza perfetto. Una nuova malattia, però, comincia a risvegliare emozioni ormai dimenticate, infondendo nuovamente negli uomini l'amore, la depressione, la sensibilità e la paura. Chi contrae questa malattia viene allontanato dalla società e mai più rivisto. Nia e Silas che cosa potranno fare, in una società che considera illegale innamorarsi?

Recensione: Questo film... E' MERAVIGLIOSO. E' dolce, intenso, appassionato, vero, triste, drammatico, feroce, spiazzante, diverso da tutti gli altri che ho visto in vita mia. Me ne sono innamorata al primo minuto e non potevo non parlarvene.
Come sapete, per i libri non sono un'amante dei distopici. Per i film, al contrario, è più facile trovarne uno di questo genere che riesca ad incuriosirmi. Proprio come è successo con Equals.
E' un film che mostra una Terra del futuro, in cui è vietato creare rapporti di qualsiasi tipo con le altre persone. Viene insegnato a tutti ad essere educati ed obbedienti alle regole imposte dal Collettivo, per "preservare" lo stato di pace creatosi dopo aver privato la razza umana di quella parte che lo rendeva unico: le emozioni. Persino le sensazioni (come il dolore, ad esempio), che sono emozioni più deboli, sono state eliminate tramite i progressi della genetica. Non c'è alcun tipo di vera interazione tra le persone. Tutti sono vuoti, piatti: non si fermano ad ascoltare niente sul serio, non si fermano a sentirlo col cuore: né il vento tra i capelli o sulla pelle, né il piacere dell'acqua tiepida della doccia o il tepore della luce del sole. Ogni cosa è priva di colore: abiti bianchi, edifici bianchi. La tacita regola che chiunque sembra aver accettato è la monotonia. Solo che nessuno se ne rende conto.
A parte Silas (Nicholas Hoult - chi di voi ha visto la serie TV inglese Skins anni fa si ricorderà che lui ha interpretato Tony! *^*) e Nia (Kirsten Stewart) che, pian piano, con un curioso gioco di sguardi che si scambiano durante il lavoro e le pause pranzo, cominciano a cambiare. Cominciano a sentire davvero. Cominciano ad innamorarsi. Il problema è che l'amore è quella malattia di cui tutti parlano, quella per cui gli scienziati del tempo stanno cercando una cura definitiva, per evitare qualsiasi futuro "contagio" o disordine. E i due giovani all'inizio hanno paura di ciò che provano, perché non sanno se considerare i loro sentimenti giusti o sbagliati. Poi però le cose cambiano e le circostanze in cui si ritrovano non fanno altro che rafforzare le loro convinzioni.
Equals è un film che, all'inizio può sembrare noioso, proprio a causa di quella monotonia a cui chiunque è sottoposto: vivere da soli, mangiare da soli, camminare da soli. In poche parole, vivere costretti in solitudine. Una solitudine che però alle persone non sembra tale per il semplice fatto che la società fa di tutto pur di evitare qualsiasi tipo di contatto tra le persone (persino il contatto fisico è proibito). Poi però, quando si comincia ad entrare nel meccanismo e nel ritmo lento ma avvolgente che pervade tutta la storia, le cose cambiano.
Perché, inevitabilmente, ci ritroviamo completamente coinvolti nella magia della scoperta dell'amore: una magia che avviene quasi con timore, ma con coraggio. Il coraggio di provare, di seguire quella strana sensazione che Silas e Nia sentono nei confronti dell'altro. Il coraggio di trovare i veri se stessi andando contro le regole. Ed è proprio grazie all'amore, se i protagonisti crescono, abbattono le loro paure, le loro reticenze, i loro dubbi. E' grazie all'amore se scoprono qual è il vero modo di osservare il mondo e di vivere la vita. E' grazie a quel sentimento, se scoprono se stessi, i veri Silas e Nia.
Non si può non restare incantati dalla semplicità, dalla tenerezza, dalla dolcezza, dalla bellezza unica della loro storia d'amore. Una storia in cui una semplice stretta di mano ha molto più valore di quanto spesso si pensa oggigiorno, in cui guardare l'altro direttamente gli occhi è il ponte più diretto per sentire l'anima dell'altro più vicina a sé, in cui il contatto diventa la base per dare poi il via a tutto il resto. Una storia in cui, secondo dopo secondo, tutto è importante. Una storia che diventa il centro della vita dei due giovani, che vogliono fare qualsiasi cosa in loro potere per vivere quei sentimenti che li legano.
Ho apprezzato tutto di questo film: dalle ambientazioni che rispecchiano la visione che ha la società del mondo, il ritmo degli avvenimenti che ci ha permesso di conoscere a fondo entrambi i personaggi, presentandoli come se fossero le due metà perfette di una sola persona, impossibili da dividere. Ho adorato le musiche, intense e quasi aggressive in alcuni punti e dolci, tenere, suggestive in altri. Soprattutto, sono rimasta (MOLTO) positivamente colpita dalla recitazione di Kirsten e Nicholas: ho amato come entrambi siano riusciti a rendere la paura che hanno Nia e Silas di toccarsi, prima di far esplodere ciò che li lega.
Soprattutto, ho amato i temi che questo film ha toccato: la libertà di amare al primo posto, dalla quale derivano tutti gli altri, come la libertà di essere se stessi, di essere diversi gli uni dagli altri e per questo bellissimi; la libertà di godersi la vita, di lasciarsi cullare dal vento sulla pelle o dalla risata della persona che è al nostro fianco; la libertà di essere fragili. Perché l'essere umano è bello perché, pur essendo la creatura più fragile che esista, è anche quella più complessa e, per questo, preziosa. E' un inno alla vita stessa, alla libertà in ogni forma, alla speranza.
Perché (e questa è la cosa che più mi ha mandato il cuore in frantumi - tenete conto del fatto che, da metà del film in poi, non ho fatto altro che piangere, principalmente per l'emozione) il film ricorda soprattutto che nessuno, che niente, neppure la scienza, può impedire all'amore di nascere.

Voto:

E anche oggi, la sottoscritta vi saluta qui. Spero vivamente che la recensione vi abbia incuriosito. Perché, giuro, questo film è uno dei più belli e commoventi che abbia mai visto. Vi prego, vi prego dal più profondo del cuore: guardatelo. E poi fatemi sapere sotto nei commenti che cosa ne avete pensato :). Ci conto! <3
Come sempre, grazie di tutto! Vi adoro! A presto! <3
Un bacione, Letizia <3

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