Come state? I vostri esami come stanno andando? La scuola in generale? E il resto? Io sono reduce da un esame di giapponese e dire che sono fusa mentalmente è dire poco u.u.
A parte questo, oggi sono molto felice perché, finalmente, mi sono decisa a fare la recensione di un film che ho visto al cinema sabato della scorsa settimana con una mia cara amica *^*. E dai, non si può dire che in queste prime settimane del 2017 non mi stia facendo sentire, ahahah ;D. Aspettatevi domani un'altra recensione, riguardante un film che ho visto invece ieri sera, e poi una libresca dopodomani a proposito del libro che ho concluso stamattina. Detto questo, possiamo anche cominciare!
Titolo: Collateral beauty
Titolo originale: Collateral beauty
Titolo originale: Collateral beauty
Regia: David Frankel
Anno: 2016 (America), 2017 (Italia)
Durata: 96 min
Genere: Drammatico, fantastico
Trama: Howard è il manager di maggior successo di una grande azienda pubblicitaria. Colpito dalla tragedia della morte della figlia di sei anni, non riesce a tornare a vivere. I suoi tre migliori amici e colleghi di lunga data vengono a sapere che ha scritto delle lettere, indirizzate all'Amore, al Tempo e alla Morte, per sfogarsi di ciò che è accaduto nella sua famiglia. Gli amici, allora, assoldano tre teatranti perché essi impersonino queste entità astratte e dialoghino con Howard, per scuoterlo e riportarlo alla consapevolezza che la sua vita non è finita.
Recensione: Devo essere sincera: quando ho visto il trailer di questo film per la prima volta, mi aspettavo grandi e bellissime cose e, per certi versi, non sono stata delusa, per altri... Beh, meglio se proseguiamo, così vi dico tutto per benino ;).
Per quanto riguarda le ambientazioni, non potevo non commuovermi. Voglio dire, stiamo parlando di una storia che ha luogo a New York (la città dei miei sogni *^*) durante il periodo natalizio, durante cui la città diventa ancora più bella, romantica e suggestiva, con tutte le luminare, la neve, i vari eventi (e tante altre cose bellissime, che però non servono nella recensione, quindi passiamo avanti u.u).
Per quanto riguarda la soundtrack, credo che ogni canzone utilizzata sia perfetta per questo film, soprattutto quella degli One Republic, Let's hurt tonight (QUI su YouTube), che è kfbdkfjbkjbfj; mi dà i brividi ogni volta che la ascolto (tipo adesso, che la sto mandando in ripetizione! *^*).
I personaggi, invece, credo che non siano stati presentati fino in fondo. Certo, si capisce perfettamente che cosa ognuno di loro stia vivendo (i propri tormenti, le paure, le ansie, il dolore, la rabbia), un qualcosa che li rende quelli che sono e che li fa agire in un determinato modo. Ma è come se mancasse un minuscolo granello per renderli davvero belli.
Howard (Will Smith), il personaggio principale, è forse l'unico che si conosce a 360 gradi: siamo posti davanti al suo dolore, alla sua rabbia, al suo non riuscire ad accettare la morte della propria bambina, strappata troppo presto dalle sue mani a causa di una malattia. E, come vediamo la sua rabbia, il suo lasciarsi andare completamente, senza pensare ad alcun tipo di conseguenze, vediamo anche che, pian piano, grazie ai suoi amici e alle personificazioni di Amore (Keira Knightley), Tempo e Morte (le tre entità in cui Howard ha sempre creduto e a cui si ritrova a scrivere lettere per sfogarsi della situazione in cui sta affogando), riesce a capire, a mettere un punto e ripartire. E giuro che il momento in cui si capisce che lui ha accettato la cosa è uno dei più belli di tutta la storia *^* (Leti, per favore, evita di piangere e vai avanti!).
Al contrario di Howard, Whit, Claire e Simon, i tre amici e colleghi del protagonista, non sono stati presentati nel modo migliore. Perché il film ci mostra parti delle loro vite, come a volerci aiutare a conoscerli un po' di più. Solo che... Nessuno di loro, a mio parere, viene indagato fino in fondo. Perché avrei voluto conoscere qualcosa in più sul rapporto che Whit ha con la figlia, o sul perché Claire decide di fare un passo così importante da sola, o ancora sul come Simon stia affrontando da solo ciò che gli sta rovinando la vita.
Questi tre personaggi, a conti, fatti, sono quelli con cui alla fine le personificazioni di Amore, Tempo e Morte hanno più rapporti, come se, in una volta sola, tutte e tre stessero cercando di aiutare più persone a riprendersi, per far loro vedere che non è ancora il momento di gettare la spugna.
Uno dei momenti che ho apprezzato di più (dopo sicuramente la svolta che tutti i personaggi hanno nelle loro vite) è stato il finale, che mi ha lasciata con un immenso sorriso sulle labbra per la sorpresa! Perché ho azzeccato molte cose che, fino all'ultimo istante, sembravano dover restare senza risposta. E... Dskjbfdjfbdka, scleriamo allegramente *^*.
Tuttavia, la cosa che più ho adorato di questo film, è stata la centralità che l'Amore, il Tempo e la Morte hanno avuto. Una centralità che è strettamente collegata al titolo: Collateral beauty, bellezza collaterale. Quella bellezza che deriva dal dolore, un dolore che aiuta a scoprire le vere scintille della vita, ad apprezzarne ogni grammo, ogni secondo, captandone la bellezza più pure e semplice in ogni più piccolo particolare. Quei piccoli, minuscoli particolare che si possono ritrovare soltanto nel mondo attorno a noi, un mondo che dobbiamo osservare con attenzione e vivere fino in fondo, senza paura di soffrire. Un mondo in cui l'Amore muove ogni cosa da sempre (quell'amore che unisce le persone, che crea legami, che migliora tutto); un mondo che grazie al Tempo va avanti e si evolve, cresce e migliora (come le persone - o almeno si spera); un mondo in cui la Morte non dovrebbe essere vista soltanto come una nemica, ma come una seconda occasione per qualcosa di migliore e più bello (non sto parlando a livello religioso).
E' un messaggio che sprona, nella sua semplicità e intensità, a non mollare mai, a non perdere mai la speranza, neppure quando tutto sembra esserci nemico. Bisogna sperare sempre, fosse l'ultima cosa che ci resta da fare.
E anche la recensione di oggi si conclude qui! Spero davvero di avervi messo una piccola pulce nell'orecchio (anche perché, ripeto, questo film merita molto *^*). Voi l'avete visto? Se sì, che cosa ne avete pensato? Fatemi sapere nei commenti qui sotto; io vi aspetto! *^*
Ci sentiamo prest(issim)o! <3
Un bacione, Letizia <3
Per quanto riguarda la soundtrack, credo che ogni canzone utilizzata sia perfetta per questo film, soprattutto quella degli One Republic, Let's hurt tonight (QUI su YouTube), che è kfbdkfjbkjbfj; mi dà i brividi ogni volta che la ascolto (tipo adesso, che la sto mandando in ripetizione! *^*).
I personaggi, invece, credo che non siano stati presentati fino in fondo. Certo, si capisce perfettamente che cosa ognuno di loro stia vivendo (i propri tormenti, le paure, le ansie, il dolore, la rabbia), un qualcosa che li rende quelli che sono e che li fa agire in un determinato modo. Ma è come se mancasse un minuscolo granello per renderli davvero belli.
Howard (Will Smith), il personaggio principale, è forse l'unico che si conosce a 360 gradi: siamo posti davanti al suo dolore, alla sua rabbia, al suo non riuscire ad accettare la morte della propria bambina, strappata troppo presto dalle sue mani a causa di una malattia. E, come vediamo la sua rabbia, il suo lasciarsi andare completamente, senza pensare ad alcun tipo di conseguenze, vediamo anche che, pian piano, grazie ai suoi amici e alle personificazioni di Amore (Keira Knightley), Tempo e Morte (le tre entità in cui Howard ha sempre creduto e a cui si ritrova a scrivere lettere per sfogarsi della situazione in cui sta affogando), riesce a capire, a mettere un punto e ripartire. E giuro che il momento in cui si capisce che lui ha accettato la cosa è uno dei più belli di tutta la storia *^* (Leti, per favore, evita di piangere e vai avanti!).
Al contrario di Howard, Whit, Claire e Simon, i tre amici e colleghi del protagonista, non sono stati presentati nel modo migliore. Perché il film ci mostra parti delle loro vite, come a volerci aiutare a conoscerli un po' di più. Solo che... Nessuno di loro, a mio parere, viene indagato fino in fondo. Perché avrei voluto conoscere qualcosa in più sul rapporto che Whit ha con la figlia, o sul perché Claire decide di fare un passo così importante da sola, o ancora sul come Simon stia affrontando da solo ciò che gli sta rovinando la vita.
Questi tre personaggi, a conti, fatti, sono quelli con cui alla fine le personificazioni di Amore, Tempo e Morte hanno più rapporti, come se, in una volta sola, tutte e tre stessero cercando di aiutare più persone a riprendersi, per far loro vedere che non è ancora il momento di gettare la spugna.
Uno dei momenti che ho apprezzato di più (dopo sicuramente la svolta che tutti i personaggi hanno nelle loro vite) è stato il finale, che mi ha lasciata con un immenso sorriso sulle labbra per la sorpresa! Perché ho azzeccato molte cose che, fino all'ultimo istante, sembravano dover restare senza risposta. E... Dskjbfdjfbdka, scleriamo allegramente *^*.
Tuttavia, la cosa che più ho adorato di questo film, è stata la centralità che l'Amore, il Tempo e la Morte hanno avuto. Una centralità che è strettamente collegata al titolo: Collateral beauty, bellezza collaterale. Quella bellezza che deriva dal dolore, un dolore che aiuta a scoprire le vere scintille della vita, ad apprezzarne ogni grammo, ogni secondo, captandone la bellezza più pure e semplice in ogni più piccolo particolare. Quei piccoli, minuscoli particolare che si possono ritrovare soltanto nel mondo attorno a noi, un mondo che dobbiamo osservare con attenzione e vivere fino in fondo, senza paura di soffrire. Un mondo in cui l'Amore muove ogni cosa da sempre (quell'amore che unisce le persone, che crea legami, che migliora tutto); un mondo che grazie al Tempo va avanti e si evolve, cresce e migliora (come le persone - o almeno si spera); un mondo in cui la Morte non dovrebbe essere vista soltanto come una nemica, ma come una seconda occasione per qualcosa di migliore e più bello (non sto parlando a livello religioso).
E' un messaggio che sprona, nella sua semplicità e intensità, a non mollare mai, a non perdere mai la speranza, neppure quando tutto sembra esserci nemico. Bisogna sperare sempre, fosse l'ultima cosa che ci resta da fare.
Voto:
E anche la recensione di oggi si conclude qui! Spero davvero di avervi messo una piccola pulce nell'orecchio (anche perché, ripeto, questo film merita molto *^*). Voi l'avete visto? Se sì, che cosa ne avete pensato? Fatemi sapere nei commenti qui sotto; io vi aspetto! *^*
Ci sentiamo prest(issim)o! <3
Un bacione, Letizia <3
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