lunedì 21 giugno 2021

Problematiche nei New Adult (e sfortunatamente presenti anche nella vita di tutti i giorni)

Bellissime persone, ciao! <3
Il post di oggi è un po' una sorpresa anche per me, non lo nego. Tuttavia, non sono riuscita a togliermi dalla testa certe cose a cui sento il bisogno di dare voce in qualche modo. Quindi ecco il post di oggi (versione più lunga, un po' più generalizzata e completa delle storie che ho postato ieri su Instagram ;)). Detto questo, consiglio di accomodarvi, perché di cose da dire ce ne sono.


Prima di iniziare, vorrei fare alcune premesse.
Prima cosa: metterò alla fine del post i link che ho consultato per ricercare tutte le informazioni (in particolare per le definizioni).
Seconda cosa: io per prima ammetto di non disdegnare i libri New Adult (per chi non conoscesse il genere, è un sottogenere del romance (storie d'amore), con personaggi tra i 18 e 30-35 anni le cui storie di solito presentano elementi legati all'andare via di casa per la prima volta (di solito per l'università), allo scoprire e approfondire la propria sessualità e fare i primi veri passi nel mondo degli adulti - questo in linea di massima). Nel complesso trovo questi libri piacevoli, un tipo di letture che porto avanti quando cerco qualcosa che mi faccia staccare la spina quando vivo periodi particolarmente intensi.
Per questo voglio aggiungere un altro punto: non sto puntando il dito contro quelle persone che adorano questo genere di storia. Non è questo l'intento del mio post. Per il semplice fatto che io sono per la lettura portata avanti secondo il proprio gusto, ma comunque fatta sempre in modo consapevole: ognuno ha il diritto di leggere ciò che vuole, basta che sia consapevole delle problematiche insite in un libro. Perché sono del parere che, per quanto si possa dire che i libri sono frutto di finzione e di immaginazione, allo stesso tempo non possono distaccarsi poi così tanto dalla materia primaria, cioè dagli esseri umani, dal loro modo di vivere e vedere il mondo e i rapporti con le altre persone.
Tutto questo a mio parere vale per qualunque altro medium: film, serie TV, anime, manga, musica. Chi ne ha più ne metta. Perché, sì ok, qui io parlo di libri, ma il discorso che porterò avanti andrà a toccare qualunque altro elemento presente nella nostra vita quotidiana, proprio per quello che ho scritto poco sopra. E perché, soprattutto e per sfortuna, alcune cose di cui parlerò, le ho vissute sulla mia pelle.
Vorrei aggiungere che quello che andrete a leggere è legato alle mie esperienze di lettrice: ho letto una discreta quantità di New Adult nel corso degli anni e, anche se alcuni si sono rivelati delle eccezioni non indifferenti (che hanno dato tante soddisfazioni alla me lettrice), la maggior parte dei titoli si è rivelata terreno fertile per il discorso di oggi.
Detto ciò, gli elementi che affronterò saranno posti sotto forma di elenco puntato. Spero di dare al tutto più ordine e coerenza possibili. Con questo, buona lettura.
Ultima cosa: sono una persona spesso molto ironica. Lo dico per evitare fraintendimenti.


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1. Male gaze
Per chi non lo sapesse, l'espressione inglese male gaze nasce da teorie femministe. Il corrispettivo italiano è, in modo puro e semplice, sguardo maschile. Secondo le teorie femministe, lo sguardo maschile è l'atto di dipingere, o rappresentare, tramite arti visive e letterarie, la donna e il mondo da un punto di vista puramente maschile ed eterosessuale, che presenta e rappresenta la donna come oggetto sessuale, tutto a favore del godimento sessuale dell'osservatore maschile eterosessuale. Un altro modo, per l'uomo eterosessuale, di ribadire la propria superiorità (in generale, e non solo sulla donna).
Ho volutamente usato questa espressione, e la sto usando a malincuore, per indicare quale tipo di tono è usato nella maggior parte di questi libri, in particolare per indicare i ruoli che i personaggi vanno a ricoprire.
Il protagonista maschile: SEMPRE virile, sempre bello come un dio greco, sempre e immancabilmente con un fisico scolpito. 
La protagonista femminile: SEMPRE bellissima, sempre con fisico da urlo.
Tutto il resto non è contemplato (o quasi mai - se lo è, il 95% delle volte è legato a tematiche trattate in modo estremamente superficiale, e a questo arriveremo più tardi). Tutto quello che è fuori da queste due categorie non è preso in considerazione. Se è menzionato, il 95% è usato dai personaggi per ridicolizzare e/o offendere quei personaggi che non rispettano gli standard.
In queste storie, l'uomo è sempre alla ricerca di donne da portare a letto, e guai se non lo fa perché un uomo che non fa sesso di continuo non è un uomo vero. E le donne da portare a letto sono sempre viste come premi: si cerca sempre la donna bella esteticamente perché solo quella pare appagare il desiderio maschile; le donne che non sono belle non sono neppure menzionate :).
A propria volta, le donne in queste storie spesso fanno a gara pur di finire nel letto di certi ragazzi perché, wow, che onore essere scelte dall'uomo. Perché così deve essere, no? Per la donna è un onore essere scelta da un uomo. Ma ehi, da uomini di un certo tipo: chi non rientra nella categoria può anche andare da un'altra parte.
E dall'altro lato della medaglia: una donna che va a letto con tanti uomini per i personaggi maschili è un buon premio, mentre per le altre donne (chi non rientra nel gruppo di amiche della protagonista) è solo una poco di buono. Perché la donna non può comportarsi come un uomo, non può prendersi le stesse libertà sessuali di un uomo. Guai altrimenti, chi si crede di essere?
La donna è solo un oggetto, un premio per l'uomo. Ma lo è solo se ha un certo fisico, un certo viso. Se una donna non è a quegli standard, allora non merita alcuna attenzione particolare (ergo, chi non ha un fisico da urlo non è presa in considerazione). La validazione della donna come donna è nelle mani del ragazzo. Se il ragazzo non la sceglie, allora lei non ha alcun valore. Se la donna non scatena desiderio sessuale nell'uomo, non ha valore (questo ovviamente dal punto di vista maschile, che sfortunatamente però si riflette anche sulle donne stesse, sulla loro autostima - cosa che non dovrebbe mai succedere, solo che essere uno contro il resto non è mai semplice, e lo dico da persona che ha capito sul serio il proprio valore a 23 anni ormai quasi finiti).
Parlo da donna: una volta, da un ragazzo mio coetaneo, mi è stato detto "Sei bella e intelligente". Che ok, può anche essere un complimento. Ma devo ammettere che il "bella" posto come prima cosa mi ha dato il voltastomaco; mi ha dato la sensazione di essere valutata (sì, proprio come a scuola), come se il mio aspetto valesse tutto quanto e che il fatto che sia intelligente fosse solo qualcosa di accessorio, di cui stupirsi, perché per l'uomo non importa che la donna sia intelligente; lei deve semplicemente essere disponibile, per qualunque cosa, a chi le sta un gradino sopra :).
Però ehi, qui bisogna fare un ulteriore chiarimento: le protagoniste sono sempre bellissime come principesse :). Quindi loro hanno accesso a diventare oggetto del desiderio sessuale maschile, a essere sessualizzate dall'uomo (perché di questo si tratta in fin dei conti). Chi non è come loro non ha alcuna possibilità :).

2. Eteronormatività
Questo mi porta ad accennare al fatto che quando si parla di male gaze, non si può non parlare di eteronormativà (o eteronorma), cioè di quella convinzione che vede l'eterosessualità come il solo orientamento sessuale possibile, che vede l'esistenza di soli due sessi biologici (vorrei ricordare che il sesso e il genere di una persona non sono la stessa cosa: il sesso è l'anatomia di una persona, il genere è un ruolo, un costrutto sociale), che mantiene i cosiddetti ruoli di genere (norme comportamentali determinate dalla cultura di un dato gruppo sociale: per intenderci, il genere maschile ha certi ruoli - lavorare - e quello femminile altri - badare alla casa, o comunque essere di solito al servizio dell'uomo). In automatico, chiunque è fuori da questa norma (per più di un motivo) non è rispettato, non è validato, non è neppure preso in considerazione. E se è presente, è spesso stereotipato ai limiti dell'impossibile.
Secondo il male gaze, il sesso è una componente basilare della vita, di un uomo soprattutto.
In questi libri, il 95% delle volte vediamo uomini e donne costantemente interessati al sesso. Il fatto è che letteralmente TUTTI i personaggi sono interessati al sesso; chi non lo è, viene deriso e spesso anche in modo alquanto cattivo. Questo spesso succede anche nella vita reale: chi non fa sesso di base non vale niente, non rientra nel grande gruppo (lasciatemi usare la parola branco, vi prego) della società. Eppure, per mia esperienza, ho notato che sì, ok, c'è tanta gente mooolto interessata al sesso, ma allo stesso tempo c'è tanta gente che, per un motivo o per un altro, non lo vede come la priorità assoluta. Questa è la realtà. Solo che questa realtà è spesso cancellata, invalidata dal male gaze, che il più delle volte è portato avanti dalla società stessa (basata, costruita su un'ottica tutta maschile, sfortunatamente a livello mondiale). Perché secondo la società se non si seguono certi passi, certi standard, allora non si va bene.
Quindi chi non fa sesso, chi appartiene alla comunità LGBTQIA, non va bene. L'essere vergine o non etero/non sessualmente attivo in questi libri è spesso usato come offesa, perché è qualcosa di semplicemente inammissibile, che va fuori dalla norma. E questo, sfortunatamente, lo vediamo nella realtà ogni giorno: quante volte nella nostra vita quotidiana abbiamo sentito parole riferite alla comunità LGBTQIA usate come offesa? O ancora, io in prima persona durante gli anni delle superiori con commenti da parte dei ragazzi: "Ancora vergine, Leti? Non è il momento di fare qualcosa al riguardo?".
Parlo per mia esperienza: il sesso non è mai stato così tanto importante per me. Posso benissimo vivere senza, l'ho fatto per tutta la vita e non sono mai morta. Queste esatte parole le ho dette a un ragazzo (e di questo secondo ragazzo parleremo di nuovo più avanti :)) che mi ha risposto: "Non è possibile stare senza sesso, non sei normale". Della serie: grazie per i complimenti e la gentilezza :).

3. Assenza di rappresentazione
Sempre collegato al male gaze è il fatto che, in ogni caso, si parla di un osservatore di sesso maschile bianco. La rappresentazione di qualunque cosa che esca dalla norma (esempio: nazionalità diverse da quelle occidentali "accettate", quindi europee o nord americane) è di base inesistente. Se lo è, è solo perché l'uomo considera quel qualcosa sufficientemente degno della propria attenzione. Esempio banale: protagoniste femminili di nazionalità ispaniche. Bene, a primo impatto si potrebbe pensare "Oh wow, finalmente si espandono gli orizzonti!". E invece no. Perché la donna ispanica, nello sguardo maschile, è di solito considerata essere quella più sexy, più bella, più sensuale. Quella che basta una mossa e attira il desiderio sessuale dell'uomo. Cosa che per certi versi vale anche per gli uomini, nel senso che le persone di origine ispanica sono mooolto spesso soggette a sessualizzazione da altre persone, solo per il loro essere di origine ispanica, perché "sono un popolo passionale" (questo mostra che sì, ok, la sessualizzazione è di solito portata avanti dagli uomini nei confronti delle donne, ma è anche vero che accade anche il contrario. E che neppure questo contrario va bene).
Per non parlare della rappresentazione della comunità LGBTQIA. Praticamente assente. Se c'è, è il più delle volte portata avanti tramite stereotipi che fanno solo venire rabbia e voltastomaco. Perché quando si parla di un uomo gay, per il male gaze, si parla di un uomo PER NIENTE VIRILE, che si comporta come una donna, no? E perché quando si parla di donne gay, se ne parla solo perché sono un altro elemento che stimola fantasie eterosessuali maschili, giusto? Si sminuisce l'uomo che non si comporta da uomo e di nuovo si sessualizza la donna. Perché è così che pensa l'uomo eterosessuale con la U maiuscola.

4. Tematiche forti e superficialità
Dalla mia esperienza, ho visto che è cosa alquanto comune portare nei New Adult temi forti, gravi, che di solito tendono a segnare una persona in modo profondo. Si menzionano stupri, si parla di revenge porn, di violenze fisiche e psicologiche (e qui poi ci arriviamo), di rapporti mooolto difficili tra genitori e figli, di situazioni estremamente in bilico.
A me di solito piace che un libro affronti tematiche così delicate: lo vedo come un promemoria sempre utile. Tuttavia, non sopporto, per niente, che queste tematiche siano usate come mero accessorio, come una minuscola parte della trama, come mera suppellettile per i personaggi, giusto per creare il classico "personaggio rotto" e poi lanciarlo nel mezzo della folla, così, come una bambola. Come se queste tematiche non avessero alcun peso.
Molte, troppe volte, mi sono capitati tra le mani New Adult che presentavano tematiche del genere senza tuttavia dare loro il giusto peso. Senza analizzarle con la giusta attenzione, quasi bastasse menzionarle ogni tanto per dare l'illusione di star facendo un ottimo lavoro con il tema scelto. E a me questo dà fastidio, molto. Non solo come lettrice, perché certe cose per me sono l'ABC di un libro di narrativa, sono il minimo indispensabile.
Mi dà fastidio che si menzionino cose del genere con tanta leggerezza, come se quelle situazioni non fossero così importanti. Come se le vittime, come se chi ha vissuto davvero esperienze simili sulla propria pelle non avesse vissuto poi molto in realtà. E' una cosa che mi dà i nervi, perché sono portate avanti trattazioni riduttive, stereotipate, di eventi grandi quanto una casa. E tutto solo per mettere qualcosa nella trama. Ma per favore.
 
5. Romanticizzare relazioni tossiche
Il penultimo punto di cui voglio parlare è quello che più mi fa imbestialire. Perché, posso assicurarvelo, fino a che non vivete una relazione tossica sulla vostra pelle, non potrete mai capire davvero com'è, come si sta, quali sono le conseguenze effettive.
A me è capitato di ritrovarmi in una relazione tossica: è durata sei, sette mesi. Poi sono stata io a metterci un punto perché vi posso assicurare che non ce la facevo più, che ogni volta che stavo con quel secondo ragazzo menzionato poco sopra, mi sentivo morire. Come se lui a ogni parola, a ogni gesto, avesse avuto il potere di strappare pezzi di me e giocarci, di giocare con la sua bambolina preferita. Ve l'ho raccontata in modo molto riduttivo perché non mi piace parlarne, non mi piace ricordare. Perché, sì, ok, saranno stati "solo" sei, sette mesi. Il fatto che però le conseguenze sono durate il doppio del tempo, e che soltanto circa un anno e mezzo, due, dopo la fine della relazione, ho iniziato a stare meglio.
Le relazioni tossiche non sono qualcosa da romanticizzare, non sono cose da prendere alla leggera. Sono situazioni che lasciano la vittima sottosopra, perché le sono state rubate tutte le certezze, tutti i punti fermi. Perché una relazione così arriva a risucchiare ogni grammo di forza, a richiedere e pretendere tutte le energie fino a che di una delle due persone che formano la "coppia" non resta quasi più niente, se non un involucro vuoto che risponde a comando a qualcosa che è convinta sia amore quando invece è tutto l'opposto. Poi quando finisce (e badate bene: sfortunatamente, a volte non è detto che accada; se succede, la vittima è davvero, davvero, davvero fortunata), la vittima si ritrova col cervello talmente pieno di idee non sue che non sa più da che parte cominciare. Non si riconosce più.
Posso assicurarvelo. Non è bello sentirsi così, per niente.
E posso assicurarvi che, avendo vissuto sulla mia pelle qualcosa di simile, non riesco a sopportare che siano romanticizzate relazioni in cui una parte della coppia fa chiaramente del male all'altra. Non posso, è più forte di me. E non parlo di male fisico. Parlo soprattutto del male psicologico, che avviene tramite tante piccole forme, così sottili che è difficile rendersi conto siano davvero lì. Perché si è convinti che l'altra persona ci ami, che ci ami davvero, quando invece la realtà dei fatti non potrebbe essere più diversa. Perché non importa quanto l'altra persona dica di amarvi, non importano le belle parole, perché quelle non hanno sostanza.
In moltissimi New Adult, non so quante volte ho visto personaggi maschili costruiti come perfetti manipolatori, che ammaliano con le parole, ma poi non si prendono le responsabilità di niente, incolpando l'altra persona e costringendola a portare un peso che non è suo da affrontare. Non so quante volte ho letto di partner che minacciano l'altro con sottigliezze perché "Solo tu mi fai felice. E' tuo compito rendermi felice". E quante altre invece la vittima è convinta che senza l'altro non può stare e che letteralmente preferirebbe morire perché lei ama lui e lui ama lei. O di scene in cui uno dei due partner è incolpato di qualcosa, in particolare dell'infelicità dell'altro. O ancora di scenate di mega gelosia perché "No ma io ti amo e non ti voglio perdere".
Non posso leggere di relazioni che presentano una persona narcisista. Non posso leggere che siano spacciate come bellissime, come stupende tragedie greche che meritano tutto il dolore e tutte le lacrime versate.
Il mio ex era (o è - non lo so e non mi interessa) un narcisista. Quindi non posso stare zitta. Perché conosco i danni, conosco le conseguenze, conosco la realtà dei fatti per, sfortunatamente, esperienza più che diretta. E posso assicurare che non c'è niente di peggio di una relazione con un narcisista. Che quello non è amore, non lo è mai stato e non lo sarà mai.
Quindi, autrici care, per amore delle vostre figlie e della generazione femminile successiva alla vostra, PER FAVORE SMETTETE DI ROMANTICIZZARE. Perché, 1) non è romanticizzando che si aiuta le persone a capire, anzi, e 2) a prescindere, una relazione tossica non è bella, non è romantica. Si definiscono tossiche per un motivo puro e semplice. Fanno letteralmente male alla salute fisica e psicologica, quindi spiegatemi il perché del romanticizzare. Perché io davvero non capisco con quale faccia tosta riusciate a farlo.

6. Autrici
L'ultimo punto riguarda proprio chi scrive questi libri.
In un ampio, enorme, immenso, quasi infinito numero di casi, coloro che scrivono New Adult sono donne. E io davvero non riesco a capire come una donna possa scrivere certe storie senza pensare alle conseguenze. Non me ne capacito.
I libri, come qualunque altro medium, hanno un peso e un po' influenzano chi ne usufruisce. In qualunque caso. Quindi io mi chiedo come diamine facciano le persone a scrivere cose del genere quando si sa benissimo che persino ragazze adolescenti leggono questi libri. Possiamo fare un po' di conti, care autrici? Possiamo usare un po' la testa e creare storie più decenti, con esempi in cui i due partner effettivamente PARLANO almeno? Con esempi di relazioni DAVVERO SANE? Non è così difficile, e che cavolo.
Perché non credo che vogliate davvero mostrare esempi di relazione simili alle vostre figlie, e pretendere che tutto questo caos di roba vada bene quando invece non è così. Che quando un uomo tratta così una donna vada bene. Quindi, perché non rinsavite un pochino? Grazie.

E' vero che alcune storie sono diverse, che non tutte presentano queste caratteristiche (posso assicurare che ci sono dei personaggi maschili costruiti a regola d'arte), che sono scritte bene, con tatto e attenzione, che sono delle perle. Lo so perché alcuni tra alcuni dei libri che più ho preferito in tutti questi anni da quando ho aperto il blog, ci sono dei New Adult. Solo che, rispetto a tutti quelli che ho effettivamente letto, sono una percentuale troppo esigua.
E aggiungo anche questo: se presi singolarmente e letti come semplice fonte di intrattenimento, senza pensare a tutto il resto, a tutto il contorno, alla fine sono libri complessivamente più che godibili. Il fatto è che, a mio parere, non posso fare troppa finta che tutto il resto, che tutto il contorno non ci sia. Perché a conti fatti, tutto il contorno rispecchia il mondo in cui vivo. E non posso non tenere gli occhi aperti.  Non se cose non sane e irrispettose sono presentate come la norma quando invece ne sono l'esatto opposto.
Ciò significa che smetterò di leggere New Adult? No, perché come ho detto è un tipo di storia che complessivamente mi piace. E che ogni tanto regala molte gioie.
Continuerò a tenere gli occhi aperti con la speranza che le storie presentate diventino migliori? Decisamente sì, perché è quello che faccio di continuo.
Ed è quello che, con questo post, spero di avervi spinto un po' a fare. Perché definire come romantiche storie tossiche e come amore la mancanza di rispetto basilare... No. Non posso accettarlo.

Grazie a chi ha letto fino a qui. Lo apprezzo moltissimo.
Ammetto di essere curiosa di cosa voi pensate al riguardo, quindi se vi va di condividere la vostra opinione, a me farebbe davvero piacere leggerle :3.
Ci sentiamo al prossimo post ;).
Un bacione, Letizia <3



Bibliografia/sitografia
(ho usato Wikipedia Eng perché so di potermi fidare molto più di come è gestita rispetto a Wikipedia Ita)
https://en.wikipedia.org/wiki/New_adult_fiction
https://en.wikipedia.org/wiki/Male_gaze
https://en.wikipedia.org/wiki/Heteronormativity

1 commento:

  1. Congratulazioni per la tua attenta analisi! Purtroppo concordo in pieno con te, lavoro in una biblioteca scolastica di scuola media ed è tremendo vedere bambine di 11 anni che fa After in poi si nutrono di fabbricanti di lacrime ecc. Mi chiedo anch'io come Giovanni donne possano scrivere certe cose per ragazze giovani, dando come modello d'amore relazioni tossiche

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