martedì 21 marzo 2017

Recensione esalogia "Bloodlines" di Richelle Mead

Ciao a tutti! <3
Nuovo post, nuova recensione per voi. E che recensione (di una serie che ho completato prima di L'ultima canzone di Nicholas Sparks - che trovate QUI, ma che per motivi logistici - chiamiamoli così :) - posso postare solo ora)! Ce ne saranno di cotte e di crude e, siccome ho la netta sensazione che la faccenda oggi andrà per le lunghe, direi di iniziare subito.
Attenzione: l'esalogia di Bloodlines è il SEQUEL dell'esalogia L'accademia dei vampiri (di cui ho postato la recensione che trovate QUI), quindi chi non ha letto né l'una né l'altra, è bene che non dia peso a questa recensione perché ci saranno inevitabilmente alcuni spoiler.
Prima di iniziare, vorrei dirvi che questi libri si possono trovare solo in inglese, e il livello della lingua non è molto difficile ;). Detto questo, diamo il via alle danze! :D


Titolo(i):
#1 Bloodlines
#2 The golden lily
#3 The indigo spell
#4 The fiery heart
#5 Silver shadows
#6 The ruby circle
Autore: Richelle Mead
Editore: Penguin (la versione che ho a casa)
Periodo di pubblicazione: 23 agosto 2011 - 10 febbraio 2015
Prezzo(i): £7,99 (a libro)
Genere: Young adult, urban fantasy, paranormal

Trama: (tradotta da me) Quando Sydney viene strappata dal proprio letto nel bel mezzo della notte, pensa subito che verrà punita per la sua complicata alleanza con la dhampir Rose Hathaway. Ma quello che in realtà succede è molto peggio. Jill Dragomir - sorella della regina Morori Lissa Dragomir - è in grave pericolo, e i Moroi devono nasconderla. Per evitare una guerra civile, a Sydney viene chiesto di proteggere Jill e di fingere di essere la sua compagna di stanza nel più improbabile dei posti: una scuola privata a Palm Springs, in California. L'ultima cosa che Sydney vuole è essere accusata di simpatizzare con i vampiri. E ora deve vivere con uno di loro.
La corte dei Moroi crede che Jill e Sydney saranno al sicuro a Palm Springs, ma minacce, distrazioni e relazioni proibite si nascondono fuori - e dentro - i muri della scuola. Adesso che si stanno nascondendo, il dramma è solo all'inizio.

Recensione: Finalmente sono arrivata a questa recensione (in collaborazione con la mia carissima amica Rose di The Bookworms Invasion - le fa ciao con la manina - di cui trovate la sua recensione alla serie QUI). Non vedevo l'ora! *^* Prima di continuare, però, voglio avvisarvi di una cosa: ad ogni punto che affronterò parlerò dei pro e dei contro, e poi capirete perché ;). Detto questo, direi di cominciare.
Prima di tutto, lasciatemi dire una cosa: fanservice.
E ora passiamo al resto.
Parto subito col parlarvi dello stile: scorrevole anche in inglese, fluido diretto, con pizzichi di ironia che danno sempre un sorriso al lettore e che, quando mancano, rendono il testo poco accattivante. Per i primi tre libri la storia è narrata in prima persona tramite gli occhi di Sydney. Dal terzo in poi, al pov di lei, si alterna quello di Adrian (personaggio secondario de L'accademia dei vampiri che in Bloodlines diventa uno dei principali). Di questa cosa parlerò meglio in seguito, non preoccupatevi.
Passando alla trama, posso assicurare che tiene col fiato sospeso dall'inizio alla fine. Siamo nello stesso universo de L'accademia dei vampiri (Moroi, Dhampir, Strigoi, Alchimisti ecc). La storia parte con una situazione molto sfavorevole per Sydney e prosegue con mille millanta colpi di scena che si alternano a feels e scleri e lacrime continui (della serie "Letizia ha perso la testa mentre leggeva questa serie"). Tuttavia, benché a linee generali sia davvero buona, a mio parere questa storia ha anche tanti, forse troppi scivoloni: vengono fuori troppe cose tutte insieme a cui credo che la Mead non abbia dato il giusto peso e la giusta rilevanza, affrontandole in modo alquanto superficiale in alcuni punti, non menzionandole per interi libri per poi farle riapparire all'improvviso e far vincere i buoni (della serie "Ma anche no, cara Mead"). Certo, ogni cosa 
lasciata in sospeso alla fine viene chiarita e tutto trova una sua conclusione, ma (a mio parere) in modo troppo sbrigativo. In più, diversamente da L'accademia dei vampiri (in cui, benché vivessimo le cose soltanto dal pov di Rose, avevamo ben chiaro come i personaggi fossero caratterialmente - nel senso che riuscivamo a capirli per bene), qui i personaggi sono lasciati molto andare: inizialmente sembrano promettere bene, poi tutto va nel caos e i personaggi sembrano essere allo stato brado, perdendo molto dello spessore iniziale. Voglio dire: capisco bene che la storia si incentri si Adrian e Sydney. Ma perché, cara Mead, non hai dato più spazio anche agli altri personaggi?
Parlando appunto di loro, che cosa dirvi?
Di Sydney Sage, da L'accademia dei vampiri, sappiamo già qualcosa: ha la stessa età di Rose ed è un'Alchimista. Questa parte della sua vita è ciò che l'ha resa la persona che è: prima di conoscere Rose, ha paura dei Moroi e della loro magia, li vede come uno scherzo della natura (proprio come gli Alchimisti - gruppo di umani che collaborano con i Moroi per evitare che gli umani scoprano la loro esistenza e allo stesso per difendere l'umanità dai Moroi stessi, che gli Alchimisti considerano come mostri - le hanno insegnato). Grazie a Rose, tuttavia, Sydney comincia a capire che i Moroi (e i dhampir di conseguenza) non sono da temere più di tanto, anche se ha parecchie difficoltà ad accettare la loro componente magica, dato che (sempre secondo la sua educazione di Alchimista) lei e tutti gli altri Alchimisti credono che la magia non deve in alcun modo far parte del mondo, a prescindere da chi sia a detenerla. Durante il corso della storia, tuttavia, vediamo come Sydney pian piano apra la sua mente alle novità, ai cambiamenti, diventando sempre più capace di pensare con la propria testa senza farsi influenzare, dimostrando costantemente di essere una giovane donna capace di cavarsela da sola in qualsiasi situazione, non importa quanto difficile possa sembrare: Sydney riuscirà sempre a trovare un modo per uscirne evitando più danni possibili. E' una persona affidabile, a cui i vari personaggi che incontriamo nella storia si affezionano molto. Per i quali, alla fine, anche lei si ritrova a provare una forte amicizia (e, per uno in particolare, qualcosa di più). Ha tantissime qualità e io la ammiro moltissimo come persona. Tuttavia, ci sono cose che non mi sono andate molto a genio. Mi spiego meglio: quasi sempre, Sydney è il personaggio che si ritrova a fare le cose più pericolose, anche quando non è necessario che sia lei a farlo. In più, a volte capita che molte delle grandi decisioni che si ritrova a dover prendere le prenda senza pensarci più di tanto (o almeno, a me è sembrato così). Quindi, la mia domanda sorge spontanea: perché, cara Mead, fai così? Benché Sydney abbia carattere e sappia difendersi in alcuni modi. non ha il carattere di Rose, non è Rose. Penso che queste piccole cose l'autrice avrebbe potuto evitarle in un modo che vi spiegherò a breve. Un modo di cui, in qualche modo, anche Adrian fa parte.
Adrian Ivashkov, da come lo abbiamo conosciuto e lasciato in L'accademia dei vampiri, si presenta inizialmente come un ragazzo tendente all'ironia ogni volta che ha la possibilità di farlo. Moroi dotato del potere dello spirito (come Lissa ne L'accademia dei vampiri), più grande di Sydney di circa tre anni, a primo impatto può sembrare veramente un tipo mooolto superficiale, che pensa soltanto a festini, alle belle ragazze, alla cosiddetta bella vita. Nei primi capitoli di Bloodlines sembra non essere un personaggio di molta rilevanza. Pian piano, tuttavia, impariamo quanto importante sia il suo ruolo e impariamo a capire cosa ci sia dietro ai suoi bellissimi occhi verdi: un animo nobile, totalmente leale verso le persone che ama, insicuro, capace di amare in un modo talmente intenso e profondo da lasciare a bocca aperta (giuro, i sentimenti di Adrian, sotto ogni punto di vista, all'inizio sono davvero belli e ldfkjadbfkjabfkasb - la blogger sclera male nel suo angolino per un attimo, poi torna alla sua postazione). L'animo di una persona che ha veramente tanto da dare al mondo per renderlo migliore, più bello, anche se solo di poco. Un mondo che, tuttavia, non è mai riuscito a comprenderlo pienamente, facendolo sentire sempre emarginato, solo, con pochissime se non nessuna persona di cui potersi fidare del tutto. Durante Bloodlines, vediamo come pian piano comincia a maturare, a trovare la spinta che gli mancava per migliorare la sua vita. Vediamo come, nonostante tutto, cerchi di tirare fuori il meglio di sé, in ogni situazione, pur di dare un senso alla propria vita. Lo vediamo preoccuparsi, innamorarsi, e prendere decisioni a volte talmente avventate (e un po' stupide) che mi hanno fatta pensare "Mead, ti prego, torna sulle giuste righe". Dico così perché, fin tanto che il suo personaggio veniva presentato dal pov di Sydney, pareva essere costruito alla perfezione, come Sydney stessa: entrambi avevano determinate caratteristiche, avevano un loro modo ben definito di agire in linea col loro carattere e col loro modo di pensare e di affrontare il mondo, la loro crescita seguiva un ritmo continuo e, nel complesso, abbastanza lineare.
Ed è qui che mi collego al discorso dei pov fatto in precedenza. Dal terzo libro, infatti, con l'aggiunta del pov di Adrian (pov di Adrian e di Sydney scritti entrambi in prima persona), tutte queste cose cominciano pian piano a scomparire, a crollare, facendo diventare i personaggi principali molto più piatti e inetti (come se, senza l'altro - dato che si sono innamorati *^* - non potessero muovere neppure un dito - e giuro che non sto scherzando). Sydney sembra perdere la sua indipendenza e parte della sua razionalità (non lo dico per scherzare: la nostra Sage è sempre stata razionale, ha sempre visto ogni situazioni da più punti di vista per vedere la migliore via d'uscita; da quando sta con Adrian - a mio parere -, sembra aver perso parte di questa sua qualità). Dall'altro lato, Adrian perde la sua ironia e pensa solo a Sydney, del tipo "Non posso stare senza di lei. Non riesco a dormire senza di lei", tutte frasi e pensieri che mi fanno chiedere "Mead, dove diamine hai cacciato la bellissima versione di Adrian che ci avevi mostrato nei primi tre libri?". Da qui, penso abbiate capito che questo improvviso cambio di pov non è stato particolarmente di mio gradimento. Anche perché, da quando si ha questo cambiamento con i pov, i contorni della storia, i personaggi e le varie cose che accadono perdono la loro nitidezza, portandomi a chiedermi spesso "Ma questo che fine ha fatto? Ma quest'altro dov'è? Ma perché tutti quanti sembrano aver perso la ragione all'improvviso?".
Tutto questo caos che ad un tratto sembra crearsi io, fin da quando ho iniziato la serie, l'ho sempre collegato ad una sola cosa: fanservice. E vi spiego subito perché.
Durante il corso della serie, si capisce palesemente (o almeno, io l'ho intesa così) che la storia è stata pensata principalmente per shippare Sydney e Adrian. Sarò sincera: sono una coppia bellissima, sono una delle mie poche OTP, li amo e li shippo immensamente, sono bellissimi e perfetti insieme: si amano, si supportano, vedono nell'altro quella pace e quella tranquillità che hanno sempre cercato ma che non sono mai riusciti a trovare. Il loro rapporto (scivoloni di Adrian a parte - di cui ho parlato poco prima) è davvero, davvero bello. Il problema è che, proprio per il fatto che la storia si incentra principalmente sui Sydrian, il resto delle cose, dei personaggi e degli avvenimenti perdono valore e spessore, cadendo nel caos più assoluto (o quasi). Parlo di fanservice non soltanto perché, a mio parere, L'accademia dei vampiri non aveva bisogno di un sequel, ma anche perché la Mead ha espressamente dedicato il primo libro alle fans di Adrian (tra le quali ha un posto pure la sottoscritta). Non sto dicendo che la Mead non avrebbe dovuto scrivere questa storia, tutt'altro! Sto solo dicendo che avrebbe potuto svilupparla in maniera lievemente diversa, dando il giusto peso ad ogni cosa, tutto qui. Perché, a conti fatti, ho amato questa storia, tanto (soprattutto, ho adorato il capitolo finale *^*); tuttavia, ci sono alcune cose che non mi sono piaciute moltissimo. Le stesse cose che vi ho spiegato in questa recensione.
Parlando dei temi, posso dire che sono affrontati e presentati davvero bene: voler migliorare se stessi, voler combattere con ogni forza per i propri sogni e per le persone che si ama, voler essere liberi di poter vivere nel modo che più si preferisce senza che altri dettino le regole per noi, volere trovare in qualche modo il proprio posto nel mondo. Temi interessanti e profondi, a mio parere, che sono stati analizzati e affrontati nel giusto modo (almeno loro ;)), portandomi spesso a rifletterci sopra e a chiedermi cosa potrei fare per attuarli pure io in qualche modo.
Se avete intenzione di leggere questa storia, vi consiglio VIVAMENTE di farlo: gli scleri e i feels sono assicurati, su questo non c'è ombra di dubbio ;).
Nonostante queste imperfezioni (?), la storia mi è piaciuta veramente, veramente tanto, anche se i cinque cuoricini che le ho dato non saranno mai all'altezza dei cinque cuoricini che ho dato a L'accademia dei vampiri, la quale si differenzia da Bloodlines perché la trama è più lineare e la coppia principale ha sì spazio, ma tutto è equilibrato; in Bloodlines, invece, accade il contrario.
Nel complesso, però, è stata veramente una bellissima lettura e, ripeto, leggetela appena potete! *^*

Voto:

Detto questo, la sottoscritta vi saluta qui, sperando che la recensione vi sia piaciuta e vi abbia incuriosito nonostante la mia opinione contrastante ;). Fatemi sapere giù nei commenti, ci conto!
Ci sentiamo presto! <3
Un bacione, Letizia <3

2 commenti:

  1. Grazie per avermi sopportata :* Per tutti i suoni strani che emettevo e per le mie maledizioni ;)
    Rose

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    1. Grazie a te per aver voluto leggere con me e per aver sopportato i miei ritardi! <3 <3 <3

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