sabato 27 maggio 2017

Recensione libro "Un eroe del nostro tempo" di Vasco Pratolini

Ciao a tutti! <3
Sono tornata con una nuova recensione!!!! Yayyy, sono molto felice di questa cosina *^*. Come sono anche felice e soddisfattissima del libro di cui ho intenzione di parlarvi a breve (anche perché - ovviamente - i libri mi chiama: le gioie della vita insomma, ahahah ;)). Spero che la recensione vi piaccia! Buona lettura! <3


Titolo: Un eroe del nostro tempo
Autore: Vasco Pratolini
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 1949
Pagine: 291
Prezzo: €9,50
Genere: Neorealismo, storico, psicologico

Trama: E' il 1945. Tre nuclei familiari coabitano in un appartamento: i giovani sposi comunisti Faliero e Bruna; Virginia, vedova di un ex repubblichino; Lucia, madre vedova del sedicenne Sandrino. Il ragazzo, avviato sulle orme squadriste del padre defunto, seduce Virginia e inizia con lei una relazione fatta di soprusi e angherie. Le tensioni travolgono la casa e i suoi abitanti, inclusi Bruna e Faliero, che tentano di "salvare" Sandrino, prima che tutto precipiti in un acme di violenza.

Recensione: Non posso garantirvi al cento per cento di non dare di matto in questa recensione, però posso provare a limitarmi, anche se sarà difficile u.u. Comunque... Finalmente sono riuscita a leggere questo romanzo!!! E dire che ne sono davvero felice è dire poco *^*. E' da oltre un anno che l'avevo in lista da leggere e, alla fine, pochi giorni fa mi sono decisa, buttandomi a capofitto nella lettura, curiosa di sapere; ammaliata dallo stile, da come tutto è stato presentato e descritto, dalla parte di storia che viene toccata.
Siamo negli anni della Liberazione, ormai agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale. Periodo di crisi, non soltanto per il mondo intero, ma anche per le persone, ognuna delle quali lo affronta a modo proprio. Un periodo di tensione e di paura, ma allo stesso tempo di speranza per un futuro più pacifico, più sereno e, soprattutto, più libero.
Un futuro che, tuttavia, Sandrino (o meglio, Sandro), non vede. Non lui, cresciuto con ideali fascisti da un padre che non ha mai conosciuto (perché morto nella guerra d'Abissinia), che gli ha lasciato soltanto una lettera in cui lo esortava a non abbandonare i fascisti quando fosse diventato grande. Sandro prende alla lettera le parole del padre, le venera. Questa sua decisione... Diciamo che è solo una piccola parte di tutta la sua vita e del resto che succede.
La trama del romanzo, infatti, inizialmente sembra avere Virginia come protagonista, con i suoi sentimenti per Sandrino. Poi, però, si capisce, pian piano, che è Sandrino il vero centro della storia, soprattutto per come viene descritto (anche tramite gli occhi di Virginia nella prima parte del libro).
E' del ragazzo che sono analizzate le angosce, i dolori, i turbamenti. E' di lui che viene sondato, fin nei suoi angoli più profondi, l'animo inquieto, la mente implacabile, sveglia, scaltra, a volte talmente lucida e assennata da fare quasi paura (e giuro che non sto scherzando) per i ragionamenti che si ritrova a fare, per la risolutezza con cui poi, in parte, vengono attuati sul serio.
Un personaggio complesso, spaccato, con cui credo fermamente che Pratolini volesse descrivere il periodo di crisi che sta avendo luogo. Un eroe del nostro tempo: di un tempo di incertezza e di speranza insieme, di paura e di violenza, di sogni e di gabbie. Quelle stesse gabbie da cui Sandrino, pur provando, non riesce a liberarsi, non con il suo approccio di ragazzo cresciuto senza una guida vera e propria, senza qualcuno che lo aiutasse a vedere i propri limiti e i propri difetti, come qualsiasi genitore farebbe. Un ragazzo solo, preda del proprio mondo in subbuglio che lo tiene in catene, perché Sandrino non riesce a capirlo fino in fondo. Non riesce a liberarsi da se stesso.
Ed è stato proprio questo ritratto implacabile di Sandrino che mi ha fatto amare il libro. Non è un personaggio che può essere preso come esempio, tutt'altro. Però è il come è stato descritto che mi ha fatto amare il libro. Perché Sandrino, e tutti gli altri personaggi che incontriamo nel corso della storia, sono descritti in maniera talmente vivida, vera, reale, da lasciarmi sgomenta. Non sono semplici personaggi, quelli di Un eroe del nostro tempo. Sono esseri umani che hanno trovato il proprio posto sulla carta, tra le parole dell'autore.
Un autore il cui stile mi ha catturata fin dal primo libro che ho letto di lui (Il quartiere). Limpido, lineare, intenso, capace di arrivare a livelli di introspezione che io (quando scrivo) posso solo sognarmi. Uno stile equilibrato e dirompente, che cattura il lettore (o almeno, io ne son rimasta folgorata) e che fa scorrere le pagine in un battito di ciglia.
Se cercate una lettura un po' particolare, credo che questo possa essere il libro adatto a voi!

Voto:

Detto questo, la sottoscritta vi saluta qui, sperando che la recensione vi abbia messo almeno una minuscola pulce nell'orecchio ;). Fatemi sapere, ci conto! <3
A presto e, come sempre, grazie di tutto! <3
Un bacione, Letizia <3

Nessun commento:

Posta un commento