domenica 18 agosto 2019

Recensione tetralogia "L'amica geniale" di Elena Ferrante

Ciao a tutti! <3
Come state? Come stanno andando le vacanza/questi mesi estivi? Spero bene, come spero che vi stiate rilassando e divertendo ;).
Oggi torno qui sul blog per parlare di una tetralogia che ho concluso in questi ultimi giorni (grazie a una 24h read-a-thon che ho deciso di portare avanti all'inizio di questa settimana tramite Instagram) e di cui non vedo l'ora di parlarvi :D.
Quindi, bando alle ciance e buona lettura! <3


Titolo(i):
#1 L'amica geniale
#2 Storia del nuovo cognome
#3 Storia di chi fugge e di chi resta
#4 Storia della bambina perduta
Autore: Elena Ferrante
Editore: Edizioni e/o
Periodo di pubblicazione: 2011 - 2014
Prezzo: €18,00 (#1); €19,50 (#2, #3, #4)
Genere: Narrativa, romanzo di formazione

Trama: (del primo libro) Il romanzo comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità.

Recensione: Sarò sincera, quando ho cominciato a leggere questa storia alcuni mesi fa, non avrei mai pensato si sarebbe rivelata un'esperienza così potente o.O.
Per quanto riguarda la trama di base, mi è piaciuta molto l'idea dell'amicizia di Lila (Raffaella) e Lenù (Elena) narrata nell'arco di così tanti anni (una cinquantina all'incirca): mi ha incuriosita il vedere come il rapporto tra le due cambi, attraversando le fasi più svariate lungo un percorso fatto di continui alti e bassi (tutto narrato in prima persona dal punto di vista di Lenù) e come, soprattutto, le due amiche si pongono nei confronti dell'altra, in un gioco di opposti, specchi e mancanze che rendono l'una complementare all'altra ed estranee tra loro al tempo stesso.
A questo, poi, bisogna aggiungere come la Storia faccia capolino lungo la narrazione. Si procede per gradi: dal rione di Napoli piccolo e preda della mala vita, si passa poi pian piano alle altre grandi città italiane seguendo gli eventi storici che, dagli anni Sessanta, arrivano fino ai primi anni del XXI secolo. Il tutto in un continuo affastellarsi di eventi privati della vita delle due protagoniste che si legano e si staccano da cosa accade loro intorno da un punto di vista storico e politico.
Devo ammettere che sentire parlare così tanto di politica nell'arco della narrazione mi ha dato molto fastidio. E non perché nella storia sia trattata male o in modo confuso. Credo dipenda più dal fatto che, come persona, a me non piace sentire parlare troppo di un argomento simile nella vita quotidiana. Ecco perché ritrovarlo in un libro mi ha dato un po' fastidio.
Però devo ammettere anche che una cosa del genere mi è stata d'aiuto per avere un'idea lievemente più chiara di cosa stava accadendo in Italia negli anni in cui questa storia ha luogo (quegli anni che a scuola quasi mai nessuno affronta). E credo che questo sia un ottimo punto a favore.
Altro punto a favore è come ogni elemento di questa storia si leghi all'altro, in un gioco di alti e bassi, di ombre, di punti lasciasi in sospeso, di parti ben chiarite e altre lasciate all'interpretazione del lettore. Perché oltre alla storia di Lina e di Lenù, delle loro vicende personali e della politica, l'autrice ci pone davanti anche alla storia del rione in cui tutto ha avuto inizio, dei vari personaggi secondari e di sfondo che accompagnano le due protagoniste per moltissimi anni, delle loro vite.
La storia de L'amica geniale, a mio parere, può essere vista anche come una storia corale: ci sono tante voci, tanti personaggi diversi, ognuno con una propria storia alle spalle e un proprio modo di affrontare la quotidianità (elemento che credo sia la base del modo in cui le vicende sono narrate). Personaggi che saltano fuori dalle pagine con una potenza e una forma proprie nonostante sia Lenù la presentatrice di tutto quanto.
Credo che, sui primi due volumi che compongono la tetralogia, l'autrice avrebbe potuto fare un lavoro migliore: mentre il terzo e il quarto mi sono sembrati abbastanza omogenei e scorrevoli in un modo che mi ha lasciata a bocca aperta sia per quanto riguarda lo stile che gli eventi che hanno luogo, i primi due mi sono parsi ostici nella lettura e sbilanciati per quanto riguarda gli eventi presentati (nel senso che, mentre pochi hanno avuto risonanza per un numero di pagine impressionanti, tanti altri sono stati relegati o a poche linee oppure quasi del tutto taciuti).
Quest'osservazione a parte, penso che questa tetralogia sia una lettura estremamente valida: piena di elementi, carica di una potenza che travolge lo stile, i personaggi, le loro voci, gli eventi e che colpisce il lettore senza mezzi termini, catturandolo e portandolo a macinare pagine senza rendersene conto.
Il tutto grazie a uno stile estremamente diretto, senza fronzoli, a un'introspezione fatta a regola d'arte (almeno secondo i miei gusti), alla quotidianità presa come base su cui lavorare e alla presenza di temi, idee e figure che lasciano a bocca aperta (per quanto riguarda i temi, posso solo dirvi che sono tanti e che sono talmente intrecciati l'uno all'altro e ai personaggi che sarebbe impossibile parlare di uno senza tirare in ballo tutto il resto).

Voto:

Con questo, la sottoscritta vi saluta qui, sperando di avervi incuriositi almeno un pochino e dandovi appuntamento al prossimo post ;).
Grazie di tutto <3
Un bacione, Letizia <3
P.s.: se avete letto anche voi questa storia, sentitevi liberi di farmi sapere cosa ne avete pensato! vi aspetto! <3

4 commenti:

  1. Ciao! Anche io ho finito da poco di leggere questa saga, devo dire che mi è piaciuta più di quanto pensassi, anche se non è il mio genere. Trovo che il terzo e il quarto volume siano i migliori :)

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    1. Ciao cara!
      La vediamo nello stesso modo per i volumi *^*.
      Per quanto riguarda la tipologia della storia, quelle come "L'amica geniale" sono generalmente nelle mie corde ;).
      Grazie per essere passata :D.
      Un bacione! <3

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  2. Senza dubbio si tratta di un'opera che "prende" il lettore e questo già basta per darne un giudizio positivo.
    Gli argomenti che mi lasciano perplesso
    sono gli inverosimili caratteri delle due protagoniste; mentre quello di Lina finisce per attrarre e incuriosire il lettore, quello di Lenù a tratti indispettisce. Se si volesse tracciare una linea che segua la sua volubilità (per essere moderati) ci troveremmo di fronte alle montagne russe, si fatica a comprendere e accettare degli stati d'animo che toccano picchi altissimi per poi precipitare in brevissimo tempo.Questa è una caratteristica presente in tutta l'opera senza soluzione di continuità.Può esistere nella realtà un soggetto del genere?
    Quindi, al proposito, un giudizio di artificiosità.
    Apprezzabili invece da parte dell'autrice le profonde introspezioni sui personaggi e l'abilità nel tenere il lettore interessato fino alla fine.

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    1. Ciao!
      Sul concetto delle montagne russe per quanto riguarda il mondo interiore di Lenù, mi trovi d'accordo. Devo però ammettere che, dal mio punto di vista, anche Lina è altamente volubile, cambia sempre e non si capisce mai di preciso il perché.
      Penso sia un ritratto estremamente veritiero della complessità del mondo interiore umano: credo che l'autrice non volesse creare personaggi che "piacciono" ma che mostrassero più che altro tante sfaccettature dell'animo umano.
      Molte grazie per il parere!
      A presto spero!

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