Pagine

sabato 13 ottobre 2018

Recensione libro "History is all you left me" di Adam Silvera

Ciao a tutti! <3
Come state? *^* Spero che queste prime settimane di scuola o di ritorno al lavoro stiano andando bene :).
Oggi vorrei parlarvi di un libro che ho concluso proprio in questi ultimi giorni. Se per caso vi incuriosisse, lo trovate solo in inglese (e il livello della lingua è medio). Detto questo, vi lascio alla recensione, sperando che vi tenga compagnia per un po' ;).


Titolo: History is all you left me
Autore: Adam Silvera
Editore: Simon & Schuster
Anno di pubblicazione: 2017
Pagine: 294
Prezzo: £7,99
Genere: Young Adult

Trama: (tradotta da me) Il primo amore di Griffin è morto per affogamento. Per Griffin, Theo era il suo migliore amico, il suo ex ragazzo e l'unico con cui credeva avrebbe finito col ritrovarsi in futuro. Adesso, vacillando a causa del lutto e del peggioramento del suo disturbo ossessivo compulsivo, Griffin si rivolge a una persona del tutto inaspettata: il nuovo ragazzo di Theo.
Ma quando la loro relazione comincia a farsi incredibilmente complicata, verità pericolose tornano in superficie. Griffin deve fare una scelta: confrontare il passato, o perdere il suo futuro.

Recensione: Sarò sincera: volevo leggere questo libro da una vita. Sentivo il bisogno di avere tra le mani una storia con una coppia omosessuale (avevo bisogno di sfogare uno dei miei tant(issim)i lati da fangirl ;P). Quando mi sono decisa a iniziarlo, tuttavia, non è andata del tutto come avevo sperato. E vi spiego subito perché.
A livello di trama, non ho da dire niente di particolare: una storia lineare, non particolarmente movimentata, che alterna capitoli tra il passato (che appunto è chiamato History da Griffin) e il presente, il tutto visto dal punto di vista di Griffin. Il fatto che ci sia soltanto una persona che racconta tutti gli eventi (molti dei quali vengono scoperti da Griffin grazie a terze persone) ha dato un senso di unità, ha reso più compatta la storia. E di questo sono rimasta soddisfatta ;).
Cosa che non posso dire del personaggio di Griffin stesso. E' vero che è dal suo punto di vista che si sa tutto. Un punto di vista che, per certi versi, a mio parere può essere considerato interessate: con il suo disturbo ossessivo compulsivo per numeri e posizioni delle persone attorno a sé, Griffin si ritrova a agire in modi che non tutti sarebbero capaci di comprendere. E di questo, il protagonista è conscio.
Il fatto che è io non sono riuscita a relazionarmi con il protagonista a livello emotivo/caratteriale. E' un personaggio ben costruito e ben caratterizzato (anche se a volte contraddittorio in ciò che pensa, dice e fa), lo ammetto senza problemi. Tuttavia, per come sono fatta caratterialmente, l'ho trovato di un egoismo enorme, un egoismo che non ha scusanti, e che neppure il lutto può né nascondere né scusare, per come la vedo io. Quindi, sì, ammetto di non averlo trovato male, a livello di costruzione e analisi. A livello umano, però, gli avrei volentieri dato un pugno in faccia, senza troppi complimenti.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, anche se secondari, li ho trovati caratterizzati meglio di Griffin e, benché tutti loro abbiano dei difetti (com'è giusto che sia: grazie al cielo, per come la vedo io, nessuno è perfetto) si rendono conto dei propri errori e delle ripercussioni che le loro parole e le loro azioni possano avere su chi li circonda (Griffin, invece, non tanto, almeno per come la vedo io: mette sempre prima se stesso, in qualsiasi situazione, quasi sempre ponendosi nella parte di chi è convinto di essere nel giusto quando invece non è così).
Altra cosa che mi ha reso faticosa la lettura (oltre la rabbia verso Griffin) è stato lo stile di Silvera. L'ho trovato parecchio intenso (ammetto che, benché adori l'inglese, benché lo studi da una vita e benché me la cavi nella produzione scritta e orale, ho sempre avuto difficoltà a leggerlo velocemente) e, a volte, davvero faticoso da leggere: non che fosse complesso, ma non mi invogliava ad andare avanti, a voler sapere cosa sarebbe successo nel corso della storia. E, se devo essere sincera, questa cosa mi è dispiaciuta moltissimo perché, nonostante il mio astio per il protagonista, la storia in sé mi stava anche piacendo. Il fatto che la lettura di questo libro, proprio perché non mi è risultata scorrevole, mi sia durata più di una decina di giorni, non ha reso le cose facili, tutt'altro.
Una cosa che ho invece apprezzato moltissimo, anche se può sembrare contraddittorio, è stato come
Griffin - durante questa storia, durante ciò che si ritrova a vivere e che, per un po', lo porta alla deriva - abbia compiuto una crescita: benché continuando a restare un po' egoista, ha iniziato ad essere più sincero con se stesso e con gli altri. E questo non posso non tenerlo di conto. Perché ho trovato questa crescita lenta ma graduale, mostrata soprattutto nei capitoli legati al presente. Una crescita a mio parere ben fatta, ben costruita, che mi ha dato da riflettere. E a cui sono legate le tematiche affrontate dal libro: il valore che ognuno dà a se stesso, alla famiglia, agli amici, all'amore; la sincerità con gli altri e con se stessi prima di tutto; il voler provare a darsi altre possibilità; il voler darsi tempo per capire cosa farne davvero della propria vita e del proprio futuro; l'aver bisogno di tempo per riprendersi dalla perdita di una persona cara. Tutti temi, a mio parere, ben affrontati e che, tramite i vari personaggi che incontriamo lungo la narrazione, mi hanno fatta riflettere moltissimo.
Nel complesso, ammetto di aver trovato il libro carino. Ma mi aspettavo un po' di più.

Voto:

Detto questo, la sottoscritta vi saluta qui ;).
Qualcuno di voi ha letto questo libro? Se sì, cosa ne ha pensato? Fatemelo sapere sotto nei commenti: sarei davvero curiosa di conoscere il vostro punto di vista *^*.
Ci sentiamo presto :D
Un bacione, Letizia <3

2 commenti:

  1. Non fa per me...a parte la lingua originale, non mi ha preso per niente... mumble...

    RispondiElimina