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domenica 20 marzo 2016

Recensione film "Victor: La storia segreta del Dottor Frankenstein"

Ciao a tutti!
Come potete notare, ho appena finito di vedere il film Victor: La storia segreta del Dottor Frankenstein (Victor Frankenstein in inglese) del 2015, diretto da Paul McGuigan, con Daniel Radcliffe e James McAvoy come interpreti principali rispettivamente di un giovane gobbo (che in seguito prenderà il nome di Igor Strausman) e Victor Fankenstein; di genere drammatico, horror e fantascientifico; la cui uscita in Italia è prevista per il 6 aprile 2016. Un film che, devo proprio ammetterlo, mi ha preso il cuore e lo ha stritolato per più motivi che vi spiegherò a breve.


Trama: Lo scienziato dai metodi radicali Victor Frankenstein e il suo altrettanto brillante assistente Igor Strausman condividono la nobile visione di assistere l'umanità attraverso la loro rivoluzionaria ricerca sull'immortalità. Tuttavia, gli esperinmenti di Victor finisocno per spingersi oltre, fino a raggiungere un'ossessione che sconfina in orribili conseguenze. Solo Igor sarà in grado di riportare indietro l'amico, pericolosamente sul baratro della pazzia, e di salvarlo infine dalla sua mostruosa creatura.

Recensione: Per quanto riguarda la scenografia ed i luoghi in cui è stato girato il film, bisogna dire che sono stati ben definiti gli interni delle abitazioni o di altri edifici presi in considerazione. Al contrario, è stata data pochissima importanza all'esterno, che risulta sfocato, molto poco curato, quasi irrilevante. Tuttavia, ci sono alcuni particolari, anche se piccoli e quasi irrilevanti per un occhio poco attento e allenato, che rendono ben chiara la situazione della Londra dell'epoca: strade sporche, ospedali che sembrano lazzeretti, impostazione mentale tipica del periodo (sulla quale mi soffermerò in seguito in modo più approfondito).
La soundtrack è ottima, usata con la giusta misura al momento giusto, capace di rendere il momento ancora più coinvolgente per chi sta guardando il film, capace di portarlo davvero sulla scena, pronto ad intervenire in caso di bisogno.
Parlando dei personaggi, cosa dire? Sono tutti ben delineati, fin nel più piccolo particolare, persino quelli secondari. Ogni figura che appare sembra uscire dallo schermo e gridare ad alta voce: "Io sono vivo!". Sono personaggi spettacolari e umani in tutte le loro imperfezioni; imperfezioni che alcuni di loro accettano, al contrario di altri che invece farebbero di tutto pur di liberarsene definitivamente.
Il giovane gobbo, che all'inizio del film lavora in un circo, è uno dei protagonisti principali. Fin dalla prima scena, si può già intuire che tipo di persona sia: dolce, buono, paziente, che non sa riconoscere la cattiveria dall'amore perché nella vita ha provato sulla propria pelle soltanto la prima, maltrattato da tutti gli altri addetti del circo, innamorato di Lorelei. Questo giovane gobbo non ha un nome, inizialmente; nessuno si cura di lui e tutti lo screditano per il suo interesse in medicina (anatomia, più precisamente). Tutto però cambia quando incontra Victor Frankenstein, che lo aiuta a scappare e lo rimette in sesto, dandogli quella dignità umana di cui i lavoranti del circo lo avevano privato per anni. Il giovane gobbo riceve così un nome: Igor Strausman (nome del coinquilino di Victor Frankenstein di cui si scoprirà la storia durante il corso del film) ed inizia ad avere una vita completamente diversa da prima. Victor, infatti, ha notato fin da subito le sue potenzialità di ottimo anatomista; per questo motivo nomina il giovane (non più gobbo dopo le sue cure) come suo assistente. Tra il giovane e Victor si instaura un rapporto di stima/amicizia reciproca, che guiderà il giovane verso determinate scelte che porteranno sia se stesso che Victor quasi al limite. Un limite che il giovane vede prima dell'amico e da cui riesce a prendere in tempo le distanze; al contrario di Victor che arriva proprio al bordo di quel limite e per poco non lo oltrepassa, perdendo tutto quanto. 
La figura del giovane gobbo è una figura bellissima e interessante. È tramite ciò che lui vive, che il regista mette in luce la mente dell'uomo, presentandolo in molti dei suoi aspetti peggiori: sprezzante, bestiale contro i suoi simili, come i lavoranti del circo; avido di sapere e pronto a tutto pur di andare oltre un limite che non si può superare, come Frankenstein; avido di ricchezze e capace di eliminare una vita senza sensi di colpa, come il signor Finnegan; chiuso in un pensiero bigotto che non gli permette di vedere altro, che gli impedisce di vedere la realtà per quella che è, come l'ispettore Roderick Turpin; capace di amare e di dare alla vita l'importanza che merita, come Lorelei; conscio dei propri limiti e di cosa non può essere diverso da quello che è, come il giovane gobbo.
Questo personaggio è forse la causa principale che mi ha fatto amare questo film come pochi altri.
Stessa cosa vale per il secondo protagonista principale, una figura particolare di fama mondiale di cui si parla da quasi due secoli (dal 1818, data di pubblicazione del romanzo Frankenstein, o il moderno Prometeo di Mary Shelley).
Victor Frankestein è, a mio parere, il personaggio che fa riflettere più di tutti gli altri. Giovane che crede fermamente nella scienza e in ciò che può dare all'uomo (sicurezze e certezze vere, concrete, comodità; tutto quello che la religione - secondo Victor - non potrà mai dare perché effimera invenzione umana). Mette tutto se stesso negli studi, nel creare vita nuova, che si rende conto di star perdendo se stesso ed il senso della realtà solo grazie all'amico, solo grazie a quel gobbo a cui ha dato quella dignità che nessun essere umano dovrebbe mai perdere. È una persona complessa, con così tante sfaccettature che lo rendono più umano di tutti gli altri. Perché Victor sa di essere debole, fragile, piccolo, come qualsiasi altro essere umano. E sa anche che, nonostante tutti i suoi sforzi per liberarsi da questa condizione di fragilità, non potrà mai cambiare il fatto di essere umano, sotto ogni punto di vista. Sa che, nonostante i suoi sforzi, non potrà mai cambiare cosa è accaduto in passato e che gli ha tolto una persona cara e troppo importante. Victor, nella sua fragilità, è un personaggio guidato dal senso di colpa, che crede di dover portare nuova vita nel mondo perché l'ha tolta a quella persona cara che adesso non c'è più. Ed è così ossessionato da questo pensiero, che non si rende conto di ciò che la scienza porta davvero: macchine, formule chimiche e ingranaggi che si incastrano perfettamente l'uno con l'altro, opposte al calore della vita che proviene solo e soltanto dalla vita stessa. Ed è questo ciò che alla fine capisce: la vita è tale perché non è legata a niente di certo, a nessun meccanismo chimico capace di spiegare tutto. La vita è magia, è quel qualcosa che nessun uomo potrà mai né vincere, né conoscere del tutto.
Il personaggio di Victor mi ha portato a pensare che l'uomo ha paura proprio di quello che non conosce. Una paura che, a volte, porta alla pazzia, all'ossessione, alla perdita di se stessi in ciò che impedisce all'uomo di godersi totalmente ogni singolo giorno che gli è stato dato da vivere. Una pazzia che fa capire all'uomo quanto sia piccolo, insignificante, fragile, rispetto a tutto il resto, rispetto all'universo in cui si trova. Una pazzia che porta alla disperazione umana, al fatto che l'uomo, a volte, benché comprenda la propria condizione, non riesce ad accettarla, a conviverci.
Questo film mi è entrato dentro al cuore proprio per come affrontare il nostro essere umani; per come mostra il fatto che l'uomo stesso a volte ha difficoltà ad accettarsi per quello che è; per come descrive la paura e la dignità umane che ci rendono tutti uguali davanti a qualcosa più grande di noi come la vita stessa, impossibile da riprodurre scientificamente, impossibile da fissare entro dei limiti.
Lo consiglio caldamente a chi vuole vedere una critica (anche se lieve) alla società contemporanea; a chi invece predilige la messa in luce della parte psicologica di una persona; a chi vuole godersi un'ora e quaranta minuti di azione, curiosità e forti emozioni. In ogni caso, guardatelo; non ve ne pentirete, posso assicurarvelo.
Fatemi sapere cosa ne pensate; ci conto! Ci sentiamo presto!
Un bacione, Letizia <3

Il mio voto:


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